Sono nato alla fine dell’ultimo conflitto mondiale nel paesino di Sferchi, uno dei numerosi villaggi immersi nella fertile campagna ornata da uliveti e boschi di rovere del comune di Umago, da oltre due secoli residenza della mia famiglia. A diciassette anni, abbandonati gli studi, i genitori, gli amici, i luoghi cari della mia fanciullezza, con pochi spiccioli in tasca, un cambio di biancheria e il pigiama riposti in una cartella, mi sono rifugiato a Trieste. Non sapevo se e quando avrei potuto riabbracciare i miei cari genitori e rivedere l’Istria, la mia terra natia che era stata recentemente annessa alla Jugoslavia. Con nel cuore la nostalgia e i ricordi degli anni felici, mi aspettava un futuro tutto da costruire.

Alla ricerca della verità

Dopo tre anni, trascorsi nel tentativo di ricreare nuove amicizie e relazioni, arrivò la chiamata alle armi.
Nell’Aeroporto militare di Ghedi (vicino Brescia) le giornate di guardia erano lunghe e noiose.
Avendo molto tempo per meditare, mi accorsi di avere un gran vuoto dentro di me. Apparentemente non ne avevo il motivo, ero giovane e pieno di vita, stavo bene economicamente, ma mi sentivo solo e completamente insoddisfatto. Nonostante fossi così vuoto e triste, non ero affatto depresso né rassegnato, anzi, ero determinato a trovare la radice di questo mio malessere. Non sapevo, però, da che parte iniziare la mia ricerca, per trovare quello che mi mancava.
Durante i miei frequenti viaggi in treno da Brescia a Trieste, un giorno per caso mi sono trovato seduto vicino a due suore. Ho subito colto l’occasione per parlare loro del mio problema interiore. Mi sono reso conto, però, che non erano in grado di darmi una soluzione. Neppure altri religiosi, anche di altre religioni, che ebbi modo di incontrare mi furono di aiuto. Le loro dottrine non mi davano alcun sollievo. Qualcuno mi suggerì di acquistare la Sacra Bibbia.
Io non lo sapevo, ma il Signore Gesù stava bussando alla porta del mio cuore. La sacra Bibbia non l’avevo mai letta. Allora andai in libreria e e ne acquistai una. Cominciai subito a leggerla, scoprendola molto interessante. Mentre la leggevo notavo che la mia anima trovava ristoro. Mi sentivo bene, un benessere particolare, che non conoscevo. Ma ero simile a quell’eunuco etiope, ministro della regina d’Etiopia, che leggeva le Sacre Scritture sul suo carro mentre se ne andava da Gerusalemme, dove era andato per adorare il Signore, e quando il diacono Filippo, mandato a incontrarlo dallo Spirito Santo, gli chiese se capisse quello che stava leggendo,

«Quello gli rispose: “E come potrei, se nessuno mi guida?»
(Atti degli Apostoli, 8:30-31)

Anch’io non riuscivo a comprendere il significato di quello che leggevo e non avevo nessuno che me lo spiegasse. Comunque, il ristoro che provavo mentre leggevo quel libro mi fece comprendere che quella era la strada da seguire.
Un giorno, mentre seduto sulla branda leggevo la mia Bibbia (ricordo che l’avevo aperta sui Salmi) i commilitoni, incuriositi da quel libro, mi chiesero di leggere ad alta voce, così tutti ascoltarono la lettura della parola di Dio.
Dio vedeva che stavo cercando e, anche se io non lo sapevo, mi aiutava nella mia ricerca. In effetti, non ero io che cercavo lui, ma era Gesù che cercava me.

La conversione

Avere letto la Bibbia ai miei commilitoni fece sì che dopo qualche giorno uno di loro mi disse che anche un sottufficiale dell’aeroporto leggeva la Bibbia. All’udire questa notizia provai una grande gioia e mi proposi di conoscerlo prima possibile. Dopo qualche giorno arrivò l’occasione che aspettavo, il commilitone che me ne aveva parlato me lo indicò. Era il sergente maggiore dell’aeronautica Luciano Battaglia. Mi sono avvicinato a lui con rispetto e, dicendogli del mio interesse per la Bibbia, gli ho chiesto di poter parlare con lui delle cose che vi sono insegnate.Siamo rimasti d’accordo di incontrarci quella sera stessa. Era il mese di febbraio del ’67. Dopo aver atteso con impazienza il momento dell’incontro, come abbiamo cominciato a parlare lo Spirito Santo ha fatto comprendere a Luciano la condizione spirituale in cui mi trovavo, cioè che avevo bisogno di essere salvato da Gesù. Allora ha cominciato a parlarmi del sacrificio compiuto sulla croce da Gesù Cristo e del suo sangue sparso per il perdono dei nostri peccati. Ovviamente, come cattolico queste cose le sapevo già, ma egli mi disse anche che tutti gli uomini sono peccatori e a causa dei loro peccati sono tutti perduti. E che è male quando uno, giustificando se stesso, pensa di non aver commesso dei peccati gravi, ma di essere soltanto un piccolo peccatore, perché anche per i “piccoli” peccati si va all’inferno.

Aprimmo la nostra Bibbia e lesse dove è scritto:

«Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue …»
(Lettera ai Romani, 3:23-25)

e proseguendo lesse anche il passo che dice:

«Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna»
(Evangelo di Giovanni, 3:16)

In quel momento ho capito che la causa del mio malessere erano proprio i peccati che avevo commesso e che continuavo a commettere. Convinto nel mio cuore dallo Spirito Santo, mi sono pentito e ho riconosciuto di essere un peccatore perduto. Allora ci siamo inginocchiati e in preghiera ho chiesto al Signore Gesù di perdonare i molti peccati che avevo commesso e l’ho pregato anche di venire ad abitare nel mio cuore.
Dopo quella preghiera, in apparenza non era cambiato niente, ma in quel momento sono nato di nuovo, ho ricevuto la vita eterna. Quella sera ho capito le parole di Gesù, quando dice a Nicodemo:

«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: “Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?” Gesù rispose: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito”»

(Evangelo di Giovanni, 3:3-6)

Per fede, avendo accettato nel mio cuore Gesù e ricevuto il suo perdono, sapevo di essere stato salvato e me ne sono andato a letto felice e in pace.
La mia vecchia vita, vissuta nei piaceri carnali, nella fornicazione e in altri peccati, era finita, io ero nato di nuovo. Finalmente le mie giornate non erano più tristi. Leggevo tutti i giorni la Bibbia e pregavo il mio Gesù, così cresceva la mia intimità con lui. Esteriormente ero lo stesso ragazzo di prima, ma in realtà lo Spirito di Dio aveva trasformato completamente il mio cuore. Non sentivo più il desiderio per i piaceri del peccato, anzi, quando mi accorgevo di avere, per sbaglio o per abitudine, peccato contro il mio Salvatore, che aveva dato la sua vita per me, un dolore lancinante mi trafiggeva il cuore.

Leggevo bramosamente il Vangelo, perché desideravo conoscere di più la volontà di Dio. Più leggevo la Parola di Dio più riconoscevo quanto fosse sbagliato il modo in cui avevo vissuto (che non era in niente diverso da quello di tutti i giovani della mia età), e nel mio cuore cresceva il desiderio di vivere secondo l’insegnamento di Cristo.

Le primizie della grazia divina

Subito dopo la conversione, iniziai a sperimentare il grande amore del Signore Gesù. Due giorni dopo la mia conversione, per la prima volta ho partecipato a un culto evangelico. Ricordo che predicò un ministro tedesco, occasionalmente in visita a quella chiesa. Appena il servizio si concluse, nonostante non mi avesse mai conosciuto e non parlasse la nostra lingua, senza indugiare egli venne da me in fondo alla chiesa e per mezzo dell’interprete mi profetizzò: “Tu sarai una colonna della chiesa del Signore!”. In quel momento non capii quello che volesse dire, ma serbai nel cuore quella parola.

Dopo una settimana il Signore mi diede un’altra prova del suo amore e della sua potenza. Dall’età di quindici anni ero schiavo del vizio del fumo. Gli effetti negativi (bronchiti, tracheiti, gastriti) già da anni mi creavano seri problemi. Più volte, avevo tentato di smetterla con le sigarette, ma la forza di volontà e i farmaci antifumo non bastavano. Dopo avere accettato Gesù Cristo, compresi che fumare non era solamente un problema di salute, ma soprattutto un legame spirituale. Il problema mi tormentava, lo Spirito Santo mi convinceva che quello era un peccato, però avevo tentato già molte volte con la mia forza di volontà e con i farmaci di smettere di fumare, ma senza alcun risultato. Riconoscendo di essere incapace di farlo da me, mi rivolsi a Dio e pregai Gesù che mi facesse smettere.
In apparenza non successe niente, ma da quel momento non ho più fumato. Non ho dovuto fare alcuno sforzo, semplicemente non ho più sentito il desiderio di accendere la sigaretta e senza neanche accorgermi ho smesso di fumare.

Il battesimo in acqua

Era passato più di un anno da quando avevo creduto, ormai ero ritornato a Trieste e mi ero anche sposato con la mia Evelina. Come tutti i cattolici, da bambino ero già stato battezzato, ma leggendo il Vangelo ho trovato scritto:

«Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato»
(Evangelo di Marco, 16:16)

Io avevo creduto e accettato Gesù Cristo nel mio cuore proprio perché volevo piacere a Dio ed essere salvato. Compresi che un po’ d’acqua sulla testa di un neonato non significava essere battezzati. Mi spiegarono che battesimo è la traslitterazione della parola greca baptisma, che significa immersione. Per essere battezzati, quindi, bisogna venire immersi in acqua, come ha fatto anche Gesù. Per farlo è necessario prima convertirsi a Cristo (ravvedersi e chiedere il perdono dei propri peccati), cosa che può fare solamente un adulto, e poi essere immersi nell’acqua.
Io avevo creduto perché volevo essere salvato, perciò sentivo la necessità di essere immerso in acqua e battezzato. Così, durante l’estate, venni battezzato nel mare del golfo di Trieste.
Dopo non molto tempo il Signore mi battezzò anche nello Spirito Santo, e mi diede i suoi doni celesti.

L’investitura al ministero di pastore

Durante l’estate del 1973 un credente di Roma venne per dirmi che il Signore mi chiamava al Suo servizio, ma la notizia mi lasciò abbastanza indifferente perché non lo ritenevo possibile. Come poteva essere che il Signore ponesse me al suo servizio? Non mi sentivo affatto pronto a diventare un servo di Dio. Nonostante ciò, temendo di dispiacere a Dio, incominciai a pregare il Signore Gesù di rivelarmi se quella fosse veramente la sua volontà.
Dopo avere pregato per alcuni mesi, una notte mentre ero a letto assieme a mia moglie e dormivo profondamente, d’improvviso mi svegliai traboccante di Spirito Santo, giubilando e parlando in nuove lingue. Mentre giubilavo pieno di Spirito Santo, il Signore mi disse: “Io ti costituisco pastore della mia Chiesa!” Allora era vero, non avevo più motivo di dubitare. Dio mi aveva parlato. Alleluia! Al pensiero che il Signore si fosse manifestato a me, questa misera e indegna creatura, il cuore mi balzava nel petto, non riuscivo a contenere l’allegrezza che provavo. Ero immensamente felice.

Sorgeva un grosso problema, però, non avevo una cultura adeguata, né una preparazione teologica, non avevo affatto doti oratorie e le uniche nozioni di “pastore” che avevo erano le esperienze che avevo fatto durante la mia adolescenza, pasturando i buoi della nostra fattoria. Ero preoccupato per la mia inadeguatezza, ma avevo fede nell’onnipotenza di Dio, perché

«Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare»
(Evangelo di Marco, 7:37)

Mi dissi, se “il Signore aprì la bocca dell’asina” del veggente Balaam facendola parlare (Numeri, 22:28), certamente potrà far parlare anche me. Infatti, non dubitavo, lo Spirito Santo si sarebbe servito anche della mia bocca per annunciare il Vangelo.

L’annuncio del Vangelo confermato dai miracoli

Il Signore ha provveduto ad aprire la mia bocca per predicare il Vangelo e mi ha dato il dono della parola di sapienza. L’opera non è stata facile, i combattimenti e i travagli sono stati molti, ma il Signore Gesù ha sempre provveduto la vittoria sulle insidie di Satana ed è sorta la Chiesa Cristiana Evangelica (assemblea pentecostale) di Trieste.
Nella Sua misericordia, inoltre, Dio ha pure confermato con miracoli e guarigioni la parola predicata, mandando a effetto quello che aveva detto:

«Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; …imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno»
(Evangelo di Marco, 16:17-18)

Dio ha suggellato con i suoi segni il Vangelo che lo Spirito Santo mi ha unto per predicare. Nel nome di Gesù Cristo, con l’imposizione delle mani, molte persone sono state guarite da gravi e incurabili malattie: sono spariti tumori, la gotta di una persona è guarita improvvisamente, il ginocchio enormemente gonfio e con dolori lancinanti di una credente è guarito all’istante, un bambino è subito guarito dalla psoriasi (malattia della pelle considerata pressoché incurabile).
Michael, uno studente universitario nigeriano che stava morendo divorato da una febbre sopra i 40° C che aveva da vari giorni, senza che i medici dell’ospedale di Trieste potessero aiutarlo in alcun modo, dopo la preghiera con l’imposizione delle mani fatta nel nome Gesù Cristo, è guarito all’istante. Nonostante che ormai da 15 giorni non avesse mangiato, si è subito alzato dal letto e ha cominciato a camminare lungo tutto il corridoio del reparto. Constatata la sua guarigione, il giorno dopo i medici lo hanno dimesso dall’ospedale. Questo grande miracolo lo ha portato a convertirsi a Gesù con tutto il cuore.
Franco, un giovane credente che a causa di una broncopolmonite era a letto con la febbre a 41°, dopo l’unzione con l’olio e l’imposizione delle mani nel nome Gesù Cristo, è subito guarito. La febbre è scomparsa e totalmente ristabilito il mattino seguente ha preso moglie e figli ed è partito guidando l’automobile da Trieste fino a Napoli.

Ogni cosa è sottoposta al Signore Gesù,

«anche i venti e il mare gli ubbidiscono»
(Evangelo di Matteo, 8:27)

Un giorno che con alcuni credenti ci recavamo a Pordenone per fare visita alla chiesa evangelica di quella citttà, quando eravamo ormai quasi arrivati, un nero mantello di nubi turbinanti densissime salì repentinamente e si diresse velocemente verso di noi. Quando l’uragano stava ormai per inghiottirci, un coraggio soprannaturale mi riempì e, invece di fermare l’automobile e cercare riparo, pieno di Spirito Santo, ho puntato il dito contro la tempesta e nel nome di Gesù Cristo l’ho sgridata e le ho ordinato di fermarsi e andarsene. Improvvisamente, il ciclone, che ormai ci era arrivato quasi addosso, arrestò la sua avanzata e senza motivo apparente, velocemente si ritirò sino a scomparire. Poco più avanti abbiamo potuto vedere la devastazione che aveva provocato il suo passaggio.

Molte altre sono le meraviglie e i segni che Gesù Cristo ha fatto per confermare la parola predicata e glorificare il suo Santo Nome.
Il Signore Gesù, inoltre, ha voluto donarmi rivelazioni e visioni per pasturare la Chiesa e guidarmi nell’opera che mi ha assegnato. Anche a vari servi della nostra e di altre nazioni il Signore ha voluto usarmi per donare guida e rivelazione della Sua volontà, e grazie alla parola di sapienza donatami dal Signore Gesù delle intere chiese hanno potuto resistere all’attacco di Satana.

Per mezzo di una visione in sogno che si è pienamente realizzata (simile a quella che ha guidato l’apostolo Paolo in Macedonia), lo Spirito Santo mi ha mandato a predicare il Vangelo in Jugoslavia, operando segni e guarigioni. Assieme alla chiesa che è sorta da questa missione, Dio mi ha preservato dalle persecuzioni del regime in maniera palesemente soprannaturale. Attraverso quest’opera il Signore Gesù ha fatto nascere anche dei profondi legami di comunione con tante chiese pentecostali, in particolare della Slovenia e della Croazia, e mi ha aperto le porte di tutta l’organizzazione delle Assemblee di Dio in Jugoslavia.

In modo altrettanto miracoloso, il Signore mi ha aperto le porte per predicare il Vangelo nell’ambito delle istituzioni scientifiche internazionali che sono a Trieste (International Centre for Theoretical Phisics e United World College of Adriatic). Atraverso quest’opera, vari ricercatori e studenti di tutto il mondo si sono convertiti a Gesù e sono stati battezzati in acqua.
Al Centro di Fisica Teorica di Trieste (International Centre for Theoretical Physics, istituito dall’UNESCO) e alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA), attraverso le quali passano annualmente molti credenti evangelici, docenti universitari, ricercatori, e studenti, provenienti da ogni parte del mondo, quest’opera di grazia continua ancora.

Queste sono solamente alcune delle cose con le quali il Signore Gesù ha voluto glorificarsi attraverso il mio ministero.
Evidentemente, ancora una volta

«Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti»

(Prima lettera ai Corinzi, 1:27)

Al Signore Gesù Cristo vada tutta la gloria!

 

 

Veglio Jugovac